di Gaia Matteucci, umbra, laureata in Scienze Internazionali all'Università di Torino, con una tesi sul Km zero.
Il progetto che ha portato alla creazione dei
GAC (Gruppi di Acquisto Collettivi) nasce nel 2007 dal progetto “Collettivo è
Meglio!” parte integrante del programma Fragili Orizzonti promosso
dalla Provincia di Torino e gestito interamente dall’associazione
Movimento Consumatori attraverso risorse economiche messe a disposizione dalla
Provincia di Torino.
La vulnerabilità sociale, condizione distinta
dalla povertà, si determina, quindi, quando ad una preesistente situazione di fragilità
si associano emergenze o eventi imprevedibili che destabilizzano il corso della
vita e rischiano di portare l’individuo e la famiglia all’impoverimento:
dall’espulsione dal mercato del lavoro a quello della casa, dalla condizione di
salute alla fragilità familiare, dall’insufficienza del reddito
all’intermittenza del lavoro, dal ridursi delle reti di protezione
all’impoverimento delle proprie reti sociali; innumerevoli sono gli aspetti che
la caratterizzano, ognuno con proprie specificità.
“Collettivo è Meglio” nasce da un contratto tra
Provincia e Movimento Consumatori dove il progetto è interamente finanziato
dalla Provincia. Compito del Movimento Consumatori è selezionare i fornitori
dei gruppi d’acquisto e contrattare i prezzi dei prodotti a listino, garantire
la qualità di prodotti con ulteriori analisi di laboratorio, gestire i gruppi
attraverso i facilitatori, organizzare eventi collaterali, produrre, in
collaborazione con la Provincia, il materiale pubblicitario.
La Provincia, tramite l’Assessorato alla
Solidarietà Sociale, ha come referenti sul territorio i consorzi
socio-assistenziali, i quali individuano e segnalano le aree in cui sarebbe
opportuno intraprendere questo progetto di sostegno al consumo. Le zone scelte sono
prevalentemente quartieri disagiati, spesso costituiti da case di edilizia
popolare. L'obiettivo del progetto è quello di facilitare l'attivazione di
Gruppi di Acquisto Collettivi nei vari
territori facendo leva sulle reti sociali già esistenti e dare la possibilità
alle fasce vulnerabili di accedere a cibi e prodotti di qualità, dal momento
che i consumi alimentari sono uno dei pochi consumi comprimibili, con il fine
di tutelarne la salute. Il progetto permette quindi di acquistare prodotti
biologici e, mediante il gruppo di acquisto, di abbattere i costi, ottenendo un
risparmio evidente in termini sia economici, per il consumatore, sia ambientali
per il suo ridotto impatto in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto.
Il principio ispiratore di questo progetto,
essenzialmente culturale, è che a tutti deve essere dato di poter accedere ai
prodotti alimentari di più alta qualità e non solo alle persone che si possono permettere
di fare la spesa nei negozi specializzati o presso il coltivatore diretto biologico
che fa strapagare il suo prodotto.
Nel 2012 i Gac attivati dal progetto e gestiti
dal movimento consumatori sono 11, distribuiti in città e in provincia (Gac
Ghedini,TORINO, Gac Corsaro,TORINO, Gac San Giovanni Battista, TORINO, Gac
Grugliasco, GRUGLIASCO, Gac San Giovanni, IVREA, Gac Piossasco, PIOSSASCO, Gac
Pinerolo, PINEROLO, Gac Nichelino, NICHELINO, Gac Venaria, VENARIA, Gac San
luigi, ORBASSANO, Gac San Salvario, TORINO).
Sono nati nel tempo alcuni Gac tematici, per
esempio il Gac Diana, rivolto prevalentemente alle donne che partecipano al
progetto Diana 5 (progetto che si sposta in seguito presso il Gac San Giovanni
Battista) in cura per un tumore al seno e che seguono, sotto controllo medico,
una dieta speciale, per cui l'offerta è integrata con alcuni prodotti
macrobiotici.
In alcuni gruppi si creano delle sinergie con
delle realtà territoriali. È il caso di quattro Gac, denominati Social-Gac:
Gac Ivrea, Gac Pinerolo, Gac Piossasco e Gac Ghedini. In questi gruppi,
nell'attività di suddivisione delle spese dall'ordine collettivo il facilitatore
è coadiuvato da altre associazioni che impiegano persone svantaggiate o
provenienti da percorsi di disagio mentale differenti. Ciò ha effetti e
ricadute estremamente positive su queste persone, in genere accompagnate da un
educatore, poiché, finito il lavoro di scarico delle merci, pesatura e
suddivisione dei prodotti nelle varie spese individuali, hanno anche modo di
curare l'aspetto della socializzazione al momento dell'arrivo delle famiglie
alla consegna delle varie spese, permettendo dall'altro lato, di avvicinare le persone
alla realtà del disagio mentale. Il gruppo d'acquisto diventa così un'officina
del sociale costruttrice di reti, un luogo di inclusione sociale per chi vi
collabora e per chi vi partecipa, con effetti benefici in entrambi i lati.
GAC Venaria Reale (TO), nel giorno di giro del GAC (giorno in cui gli associati passano a ritirare la spesa ordinata). |
GAC quartiere San Salvario di Torino, nel giorno di giro del GAC. |
Esistono casi uguali in altre parti di Italia?
RispondiEliminacon queste caratteristiche; ovvero nati grazie alla volontà delle istituzioni in questo caso della Provincia di Torino e gestiti da un'associazione strutturata non mi risulta che ci siano altri casi in Italia.
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