lunedì 1 luglio 2013

IL PROGETTO GAC

di Gaia Matteucciumbra, laureata in Scienze Internazionali all'Università di Torino, con una tesi sul Km zero.

Il progetto che ha portato alla creazione dei GAC (Gruppi di Acquisto Collettivi) nasce nel 2007 dal progetto “Collettivo è Meglio!” parte integrante del programma Fragili Orizzonti promosso dalla Provincia di Torino e gestito interamente dall’associazione Movimento Consumatori attraverso risorse economiche messe a disposizione dalla Provincia di Torino.

 “Collettivo e' Meglio!” è parte del “Programma di Politiche Pubbliche di Contrasto alla Vulnerabilità Sociale e alla Povertà” della Provincia di Torino e in particolare di quella linea di azione che riguarda il “Sostegno al consumo responsabile”. Si tratta di un progetto che favorisce gli strati sociali cosiddetti “vulnerabili” ovvero coloro che, per condizioni oggettive legate ad aspetti quale salute e lavoro, rischiano un significativo impoverimento delle loro condizioni materiali.

La vulnerabilità sociale, condizione distinta dalla povertà, si determina, quindi, quando ad una preesistente situazione di fragilità si associano emergenze o eventi imprevedibili che destabilizzano il corso della vita e rischiano di portare l’individuo e la famiglia all’impoverimento: dall’espulsione dal mercato del lavoro a quello della casa, dalla condizione di salute alla fragilità familiare, dall’insufficienza del reddito all’intermittenza del lavoro, dal ridursi delle reti di protezione all’impoverimento delle proprie reti sociali; innumerevoli sono gli aspetti che la caratterizzano, ognuno con proprie specificità.
“Collettivo è Meglio” nasce da un contratto tra Provincia e Movimento Consumatori dove il progetto è interamente finanziato dalla Provincia. Compito del Movimento Consumatori è selezionare i fornitori dei gruppi d’acquisto e contrattare i prezzi dei prodotti a listino, garantire la qualità di prodotti con ulteriori analisi di laboratorio, gestire i gruppi attraverso i facilitatori, organizzare eventi collaterali, produrre, in collaborazione con la Provincia, il materiale pubblicitario.
La Provincia, tramite l’Assessorato alla Solidarietà Sociale, ha come referenti sul territorio i consorzi socio-assistenziali, i quali individuano e segnalano le aree in cui sarebbe opportuno intraprendere questo progetto di sostegno al consumo. Le zone scelte sono prevalentemente quartieri disagiati, spesso costituiti da case di edilizia popolare. L'obiettivo del progetto è quello di facilitare l'attivazione di Gruppi di Acquisto Collettivi  nei vari territori facendo leva sulle reti sociali già esistenti e dare la possibilità alle fasce vulnerabili di accedere a cibi e prodotti di qualità, dal momento che i consumi alimentari sono uno dei pochi consumi comprimibili, con il fine di tutelarne la salute. Il progetto permette quindi di acquistare prodotti biologici e, mediante il gruppo di acquisto, di abbattere i costi, ottenendo un risparmio evidente in termini sia economici, per il consumatore, sia ambientali per il suo ridotto impatto in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto.
Il principio ispiratore di questo progetto, essenzialmente culturale, è che a tutti deve essere dato di poter accedere ai prodotti alimentari di più alta qualità e non solo alle persone che si possono permettere di fare la spesa nei negozi specializzati o presso il coltivatore diretto biologico che fa strapagare il suo prodotto.

Nel 2012 i Gac attivati dal progetto e gestiti dal movimento consumatori sono 11, distribuiti in città e in provincia (Gac Ghedini,TORINO, Gac Corsaro,TORINO, Gac San Giovanni Battista, TORINO, Gac Grugliasco, GRUGLIASCO, Gac San Giovanni, IVREA, Gac Piossasco, PIOSSASCO, Gac Pinerolo, PINEROLO, Gac Nichelino, NICHELINO, Gac Venaria, VENARIA, Gac San luigi, ORBASSANO, Gac San Salvario, TORINO).
Sono nati nel tempo alcuni Gac tematici, per esempio il Gac Diana, rivolto prevalentemente alle donne che partecipano al progetto Diana 5 (progetto che si sposta in seguito presso il Gac San Giovanni Battista) in cura per un tumore al seno e che seguono, sotto controllo medico, una dieta speciale, per cui l'offerta è integrata con alcuni prodotti macrobiotici.

In alcuni gruppi si creano delle sinergie con delle realtà territoriali. È il caso di quattro Gac, denominati Social-Gac: Gac Ivrea, Gac Pinerolo, Gac Piossasco e Gac Ghedini. In questi gruppi, nell'attività di suddivisione delle spese dall'ordine collettivo il facilitatore è coadiuvato da altre associazioni che impiegano persone svantaggiate o provenienti da percorsi di disagio mentale differenti. Ciò ha effetti e ricadute estremamente positive su queste persone, in genere accompagnate da un educatore, poiché, finito il lavoro di scarico delle merci, pesatura e suddivisione dei prodotti nelle varie spese individuali, hanno anche modo di curare l'aspetto della socializzazione al momento dell'arrivo delle famiglie alla consegna delle varie spese, permettendo dall'altro lato, di avvicinare le persone alla realtà del disagio mentale. Il gruppo d'acquisto diventa così un'officina del sociale costruttrice di reti, un luogo di inclusione sociale per chi vi collabora e per chi vi partecipa, con effetti benefici in entrambi i lati.
GAC Venaria Reale (TO), nel giorno di giro del GAC (giorno in cui gli associati passano a ritirare la spesa  ordinata).



GAC quartiere San Salvario di Torino, nel giorno di giro del GAC.


 

2 commenti:

  1. Esistono casi uguali in altre parti di Italia?

    RispondiElimina
  2. con queste caratteristiche; ovvero nati grazie alla volontà delle istituzioni in questo caso della Provincia di Torino e gestiti da un'associazione strutturata non mi risulta che ci siano altri casi in Italia.

    RispondiElimina