lunedì 18 maggio 2015

"Un'Altra Difesa è possibile?", intervista ad Ivana Risitano.


Logo della Campagna "Un'altra difesa è possibile".



di Enza Caputo

In un contesto internazionale che vede gli Stati nazionali convogliare parti cospicue del proprio PIL nel settore militare e degli armamenti, è una Difesa pacifica che si chiede.
Esempi vincenti in tal senso esistono. Dopo la fine della guerra civile nel 1949, il Costarica, un piccolo Stato situato nell'America centrale, decide di abolire l'esercito: oggi è considerato uno degli Stati più felici del mondo. Nelson Mandela ed il movimento anti-apartheid portarono all'abolizione, a metà degli anni novanta, del regime segregazionista in Sudafrica. La ricerca di "una forma di difesa alternativa a quella militare denominata Difesa civile, non armata e non violenta" è l'oggetto della campagna "Un'altra difesa è possibile". Si tratta di una campagna di raccolta firme (50 mila entro il 24 maggio 2015), per presentare alla Camera dei Deputati la proposta di legge di iniziativa popolare dal nome "Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile, non armata e nonviolenta".
Anche Messina ha aderito.
Ivana Risitano, Consigliera del Movimento Cambiamo Messina dal Basso - Accorinti Sindaco, è una delle sostenitrici di questa campagna.



Perché la necessità di un'altra difesa?

Si tratta, in realtà, del tentativo di rispettare in modo più pieno la Costituzione. All’art. 52 si parla del “sacro dovere” di ogni cittadino di difendere la Patria. Non si dice: “difendere con le armi”. Negli anni però è parso che l’unica difesa potesse essere quella legata alle forze armate, ed essa è stata l’unica ad essere finanziata. Eppure, è difesa anche ciò che fa la protezione civile; è difesa ciò che fanno i vigili del fuoco; è difesa ciò che fanno le ONG che si occupano di cooperazione internazionale; è difesa tutto il lavoro di chi si adopera per la tutela dei diritti umani e dell’ambiente. Ciò che chiediamo è dunque di portare a compimento il dettato costituzionale, istituendo il Dipartimento di difesa civile non armata e nonviolenta: per dare legittimità a tutte le altre forme di difesa, e per aprire in Italia un dibattito si concetti di sicurezza, difesa, minaccia. Se ci pensiamo bene, se pensiamo a ciò da cui ci sentiamo minacciati, non possiamo non essere consapevoli dell’angoscia che ci deriva dalla crisi economico-finanziaria, dalla mancanza di lavoro e di orizzonte futuro, dal dissesto idrogeologico, dal disastro ambientale, dalle cementificazioni selvagge e dall’abusivismo edilizio, dai mutamenti climatici, dall’erosione dei diritti fondamentali e dalla perdita progressiva di democrazia. Ecco: sono gli F35 a difenderci da tutto questo? Non è forse giusto pensare a tutte le forme di difesa da ciascuna di queste minacce?


Molte sono le iniziative che sono state promosse in tal senso, ce ne parla?

Dal 2 ottobre in tutta Italia si stanno organizzando dibattiti, momenti formativi, banchetti per la raccolta delle firme. A Messina abbiamo avuto l’onore di avere Mao Valpiana, presidente nazionale del Movimento nonviolento, che sta girando varie città per promuovere la campagna. Per l’occasione, con l’Amministrazione, col gruppo tematico “Nonviolenza, Pace, Disarmo, NoMuos” e con la referente locale del comitato “Un’altra difesa è possibile”, Sofia Donato, che fa parte della Comunità per lo sviluppo umano, abbiamo organizzato un dibattito con gli studenti ed un’iniziativa aperta a tutta la cittadinanza. Abbiamo voluto declinare il concetto di nonviolenza secondo i vari punti di vista: quello dell’economia, quello della storia, quello della sociologia, quello del rapporto con l’ambiente, quello delle relazioni interpersonali e tra i popoli. Lo abbiamo fatto affiancando agli interventi di persone esperte nei vari settori dei momenti musicali: crediamo che la musica comunichi a parti di noi che la semplice parola non raggiunge. Qualche giorno fa abbiamo organizzato in una libreria cittadina un reading di testi di Danilo Dolci: è stato molto suggestivo il clima che si è creato, e gli spunti tratti dalle parole di Dolci ci hanno spinti a dedicarci con ancora maggiore energia a percorsi di nonviolenza nella nostra città.

Questa campagna chiede che si concretizzi un'utopia, la ricerca della pace nei rapporti fra gli Stati? Oppure, semplicemente, si tratta della possibilità di far attuare appieno l'art. 11 della nostra Costituzione?


Quando sento parlare di utopia, mi viene in mente don Tonino Bello, che diceva che dobbiamo cercare non l’ou-topia, il non-luogo, ma l’eu-topia, il bel luogo. Ecco, credo che quello che chiede questa campagna sia tutt’altro che impossibile: una risposta di bellezza alla bruttezza dei conflitti armati. E poi mi viene in mente Galeano, che diceva che l’utopia si allontana sempre, noi ci avviciniamo ad essa e lei si allontana, e questo è ciò che ci fa continuare a camminare. Se anche io non dovessi vedere, finché sono viva, la realizzazione di questo “bel-luogo”, avrà avuto comunque senso lottare per esso. Si tratta di un nostro diritto, previsto dall’articolo 71 della Costituzione: il popolo esercita l’iniziativa delle leggi mediante la proposta, da parte di almeno 50.000 elettori, di un progetto redatto in articoli. Chiediamo che il Parlamento si doti di tutti gli strumenti per dare piena attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione, e che venga istituito un Dipartimento che comprenda i Corpi civili di Pace e l’Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo: in fondo, si tratta di dare concretezza a ciò che i costituenti desideravano quando scrissero l’articolo sul ripudio della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. E si tratta di dare un messaggio forte ad un mondo che, in piena crisi finanziaria, mentre continua ad erodere i diritti fondamentali, non mette in discussione le spese militari. Si tratta di dare dignità a tutti coloro che credono in una difesa alternativa e in modi differenti di risoluzione dei conflitti.

Al seguente link potrete visionare l'intera proposta di Legge di Iniziativa Popolare: 

Maggiori informazioni su "Un'altra difesa è possibile": 

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